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La Caduta degli Dei

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L’anno 2015 è stato un anno di assestamento per questa ottava generazione videoludica, dove abbiamo assistito a pochissime uscite in fatto di esclusive per tutte le piattaforme al momento esistenti sul mercato, ma moltissimi multipiattaforma che hanno di molto arricchito il comparto titoli rimasto povero fino allo scorso anno.
Abbiamo potuto godere all’uscita di opere videoludiche illustri e di elevato spessore come The Witcher 3 Wild Hunt, Batman Arkham Knight e Fallout 4, per citarne tre, ma il 2015 verrà ricordato sopratutto come l’anno della definitiva caduta di quella trinità che da moltissimo tempo reggeva l’intero apparato videoludico mondiale, trinità che negli anni si è sempre più affievolita fino a sgretolarsi del tutto,  e quest’anno anche l’ultimo pilastro è caduto, sancendo la definitiva chiusura di un era.
Parlo ovviamente di quelle opere magne che prendono il nome di: Resident Evil, Final Fantasy e Metal Gear Solid, sciagurata conclusione di un vero e proprio impero coinciso con il definitivo abbandono di quelle persone che hanno reso questi brand famigerati, e che hanno plasmati con le loro mani.
in creativi di queste storiche opere: Shinji Mikami, Hironobu Sakaguchi e Hideo Kojima.

Ultimo a nascere primo a morire
Resident Evil è stato uno dei titoli che più di tutti ha rivoluzionato il genere del survival horror, con un gioco che mischiava suspance ad una atmosfera lugubre, basando il tutto su enigmi, complotti ed un horror zombie che non aveva niente da invidiare alla pellicole cinematografica dedicati ai morti viventi.
Da questo punto di vista potremmo considerare Shinji Mikami un George Romero del mondo dei videogame, ma qualcosa cambiò subito dopo l’uscita del quarto capitolo della saga, l’ultimo diretto da Mikami, che già in parte modificava alcuni elementi che erano tipici del gioco, e che dopo il definitivo addio del suo creatore, per andare alla ricerca di nuovi lidi da esplorare, il destino del brand rimase in mano alla casa di produzione il possesso dei diritti, la Capcom, che prese la decisione di stravolgere totalmente il suo genere di appartenenza vertendo sul genere che più di tutti a proliferato nelle generazioni moderne: l’Action!
Questo cambio di rotta smantellò completamente le atmosfere che erano alla basa del videogame, rendendo il survival horror più importante del mondo videoludico, non più un survival horror, seppellendolo definitivamente.
Scelta a sua volta giustificata dalle parole del presidente di Capcom in persona che disse: “Se non avessimo reso action Residenti Evil non saremmo riusciti a venderlo”.
Una giustificazione che però non ritrova riscontro alcuno, perché per vertere sull’action ed attirare così quella frangia di videogiocatori, avrebbero dovuto creare un nuovo brand, invece la scelta ghiotta di sfruttare un titolo altisonante come Resident Evil è stata più forte di qualsiasi cosa, portando all’inevitabile conclusione della profonda delusione di chi si aspettava un survival horror  non trovandoselo, e la totale indifferenza di quei videogiocatori che avrebbero voluto portare dalla loro pare, e che poco si sono avvicinati ad un action così di nicchia che si vanta di un lungo trascorso da survival horror, portando Capcom ad una crisi di cui ancora ora ne sta risentendo le scorie.

Fantasia Finale non a caso
Il gioco da cui dipese il destino di una casa di produzione sull’orlo del tracollo a poco tempo dalla sua venuta al mondo.
Final Fantasy non si ritrova questo titolo a caso, salvagente di una giovane Squaresoft impelagata in una crisi profonda, e che decise di rischiare il tutto per tutto con la realizzazione di un unico titolo, un azzardo che però ha dato i suoi frutti.
Questo fortissimo successo interplanetario lo si deve principalmente a Hironobu Sakaguchi, conosciuto come uno dei papà del genere JRPG, che sempre meno trova sbocchi al di fuori del sol levante, e la mente alla base del progetto Final Fantasy e che per quasi vent’anni ne ha condotto le redini, fino al definitivo abbandono nel 2004, poco tempo prima della fusione della Squaresoft alla Enix Corporation (Square-Enix), dando così via ad un progetto che avrebbe dovuto rappresentare la forza di questa nuova direzione, la Fabula Nova Crystallis, basata su un trittico di giochi tutti a tema Final Fantasy: Final Fantasy XIII, Final Fantasy Agito  titolo indirizzato sulla console portatile PSP e Final Fantasy versus XIII spin off action jrpg della serie.
Tale progetto però mutò totalmente dopo l’uscita del capitolo tredici, un titolo che stravolse completamente vent’anni di lavoro su Final Fantasy in pochissimo tempo, tramutando la Fabula Nova Crystallis in New Fabula Nova Crystallis, basata esclusivamente sul tredicesimo capitolo e su i suoi due successivi sequel, portando Final Fantasy Agito e non uscire mai al di fuori del territorio giapponese se non recentemente attraverso una remastered intitolata Type 0, mentre Final Fantasy versus XIII, scomparso dai radar per molti anni, ricompare con il titolo cambiato sotto forma del nuovo capitolo canonico di prossima uscita: Final Fantasy XV, uno spin off action tramutato in un nuovo titolo ufficiale della serie.
Questa campagna ha lascito tutto perplessi, infliggendo un macchia indelebile sulla casa di produzione, e tramutando Final Fantasy nell’ombra di ciò che era una volta.

L’ultima colonna che cade
Kojima vs Konami, Konami vs Kojima!
Questa è stata la notizia che più di tutti ha sconvolto il mondo videoludico nel 2015, la definitiva rottura di Hideo Kojima con la casa di produzione della Konami, rapporto lavorativo iniziato nei lontani anni 80 e conclusosi così bruscamente.
Kojima è stato uno dei fautori del videogioco moderno, è più di tutti ha rivoluzionato tale ambito attraverso il videogame diventato simbolo della casa Konami, Metal Gear, primo titolo ad introdurre un nuovo genere videoludico, lo stealth, tramutato qualche anno dopo in Metal Gear Solid, dopo l’abbandono del bidimensionale a favore delle tre dimensioni.
Un vicenda che ha scosso l’intero mondo dei videogiocatori, che in realtà sembrano aver assisto all’autoflagellazione di Konami stesso, impelagatasi in una serie di follie senza precedenti.
Prima il clamoroso annuncio d’addio al mondo dei videogiochi per dedicarsi alla realizzazione di Slot Machine per il gioco d’azzardo, poi il successivo ripensamento per dedicarsi esclusivamente alla realizzazione e continuazione di determinati brand, poi il litigio con Kojima che ha portato alla conseguente cancellazione del suo nome dalla copertina del suo ultimo videogioco, reazione da considerarsi ridicola a limite dell’infantile, ed ultimo ma non ultimo, impossibilità di Kojima di presenziare ai The Game Awards 2015 sotto l’ordine di Konami, impedendogli di ritirare il premio per Metal Gear Solid V The Phantom Pain come miglior action/adventure dell’anno, manco fosse un regime dittatoriale.
Uno modo di imporsi di Konami che ha letteralmente azzerato ogni giudizio positivo che i videogiocatori si erano fatti di questa casa di produzione in tutti questi anni.
Adesso Kojima a rifondato la sua software house indipendente della Kojima Production sotto l’ala protettiva di Sony, ma i diritti sul brand di Metal Gear Solid sono rimasti a Konami che sta già ricercando sviluppatori  per la realizzazione di un nuovo capitolo,  e i timori di come possa cambiare senza più alla guida il suo creatore sono grandi, dopo essere rimasto nelle mani di Kojima per ben ventisette anni, ma qualsiasi cosa verrà fuori, se un ottimo videogame oppure no, perderà inesorabilmente quel marchio autoriale che solo il suo ideatore poteva dargli.

Ed è su questa autorialità che si fonda l’intero servizio, su brand che fin dalle loro origini hanno sempre avuto questo piglio inventivo che li distingueva da tutti gli altri, ed  in un periodo come quello moderno dove la componente di marketing si sta ritagliando fin troppo spazio a svantaggio per sino del videogioco stesso, questi titoli perdendo tale marchio autoriale sono finiti per omologarsi nel totalitario che il mercato ha da offrire.
Concludo però lasciandovi con una domanda:
Alla caduta di questi colossi videoludici, chi mai, ora come ora, possiede la stessa autorialità da barcamenarsi una così pesante eredità? 

Vi saluto augurandovi un buon fine 2015 ed un buon inizio 2016!
Keelah Se’lai!

 

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